giovedì 5 settembre 2013

Gravity

Finalmente il film che apre con i fuochi d'artificio una promettente Venezia 70 con il film "Gravity" di Alfonso Cuaron, che vede in veste speciale di astronauti, Sandra Bullock e George Clooney.
Estremamente carini e disponibili entrambi a prestarsi ad autografi, foto e brevi conversazioni con chiunque incontrassero, fanno parte di un cast, non molto consistente in senso numerico, che presenta questa pellicola, fuori concorso e per la prima volta a Venezia in 3D, in anteprima mondiale.



Si presenta all'inizio scoppiettante, con questi due astronauti che si trovano ad orbitare attorno alla loro base temporane, a risolvere alcuni problemi; da sottolineare su come la comunicazione tra i vari astronauti e tra loro e Houston, sia importante.
Scoppiettante dicevo, per come si presenta all'inizio un piano sequenza di ben 20 minuti, e di come si cerchi di affievolire la tensione e lo stess accumulato, che penso chiunque avrebbe stando lassù, grazie all'ironia che si fa quasi un pò "prepotente" ma ma ben consolidata che un Clooney sà interpretare al meglio.
Ma quando una pioggia di meteoriti e detriti dovuta ad una collisione, si sta per scagliare su di loro, arrivano i problemi.
Viene costantemente rimarcato il fatto di dover avere sempre la padronanza di sè stessi, d non lasciarsi prendere dal panico e dalle emozioni, seppur violente; cosa che avviene solo in parte per la dottoressa Ryan Stone, interpretata da Sandra Bullock, e che sarà l'unica vera protagonista di questa pellicola.
Molte saranno le problematiche che dovrà affrontare per continuare a vivere e per ridarle un senso, sia a livello emotivo, dove concorrono anche la morte accidentale della figlia e la solitudine, che a livello fisico.
Molto esplicita e di grande sensibilità, la comunicazione non verbale a cui Cuaron fa costantemente uso; dallo sguardo degli attori incapsulato nel casco astronautico,  ai veri e propri movimenti del corpo, come quella sensazione di rinascita data dalla posizione fetale in cui la Bullock si pone, dopo lo scampato pericolo dei meteoriti, e quell'indescrivibile sensazione che ci viene trasmessa,  del contatto con la natura, che risveglia nella protagonista,  ma credo anche in noi, di come bisogna aggrapparsi alla vita, morderla fino in fondo, poichè niente alla fine ci verrà restituito se conduciamo una vita nel segno dell'apatismo, del piangersi addosso. Ma se invece imparassimo ad accettare la vita con tutti i suoi problemi, gioie e dolori, alla fine ne varrà la pena.
Altro elemento fondamentale di questo film, riguarda l'uso della colonna sonora, piacevolmente quasi del tutto assente; si sa, il silenzio e le azioni valgono più di mille parole, recitate o cantate che siano.
Un film che può apparire magari banale (suvvia, a chi potrebbero accadere tutti quei problemi nello spazio? ), ma che di fondo ci regala una prospettiva della vita come magari mai avremmo potuto immaginare di vedere in un film.
Lo consiglio strettamente per la sua originalità; e bravo Alfonso!

Voto complessivo e personale: 9/10!

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