mercoledì 7 ottobre 2015

Black Mass - Depp diventa il criminale più spietato di Boston

 
Boston, 1970.
James "Whitey" Bulger (Johnny Depp) è un gagster irlandese che la fa abbastanza da padrone in città ma che vede accrescere il potere criminale quando, l'ex compagno di giochi, John Connolly (Joel Edgerton), ora diventato un'agente dell'FBI, lo incastra in un accordo che si rivelerà, però, vantaggiso per entrambe le parti.
Il nemico comune da debellare è la mafia italiana. Un vantaggio per l'uno, che può concludere la missione segreta e anche per l'altro; eludendo la legge e nel contempo eliminando la concorrenza, Whitey può diventare il gagster più spietato di Boston. Obiettivo che, poi, raggiungerà.
Adattamento cinematografico del libro Black Mass: the True story of an Unholy Alliance between the FBI and the Irish Mob di Dick Lehr e Gerard O'Neill del 2011, Black Mass non fa parte, in toto, del genere del gangster movie. O meglio, il film non si caratterizza per nessun genere preciso; racconta la storia e basta, dà un inizio e una fine alla vicenda avvenuta realmente, dandone le conclusioni. Niente preamboli, né fronzoli. La storia è quella e il regista di Crazy Heart, Scott Cooper, la racconta.
Anche se non inserito in un genere cinematografico ben delineato, lo spettatore, tuttavia, non perde il filo conduttore principale, né si perde in chissà quali sotterfugi e sottotemi; chi fruisce il film sa cosa sta guardando (salvo perdersi quando ad essere raccontata, per un breve momento, è la vita privata di Whitley, con la moglie Lindsey, interpretata da Dakota Johnson, che da un momento all'altro, volutamente o no, scompare del tutto dalla vicenda)
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Whitey è un personaggio che alterna fasi di luce ed ombra, una specie di vampiro-gangster dalla spietatezza cruenta e senza remore verso gli amici, nemici e devoti dipendenti, ma particolarmente legato alla propria famiglia (la madre, il fratello che aspira a diventare senatore del Massachussett, interpretato da Benedict Cumberbatch, ed il figlio di James stesso).
Il trucco gioca il ruolo fondamentale nella pellicola; il volto di Johnny Depp è, sì, ricoperto di cerone pesante, con l'aggiunta di occhi di ghiaccio e una calvizie incipiente, ma ciò non rende inespressiva un'interpretazione comunque potente e di convinzione.
Il legame tra i personaggi principali, John e Whitey, è indissolubile e, prendendo in prestito e modificando una celebre frase di Harry Potter, "Nessuno dei due può vivere, se l'altro NON sopravvive".
Ma se in questa pellicola, presentata in anteprima mondiale alla 72a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e con 63 milioni di dollari di budget, Depp finalmente convince dopo i fiaschi tra cui Lone Ranger, Trascendence e Mortdecai; Joel Edgerton appare, invece, un po' ingessato nel suo completo informale da bravo agente, mentre Cumberbacth e Dakota Johnson rimangono pressoché insipidi, presentati nel film come fossero li per caso e senza impegno.
 
 
L'ennesima trasformazione di Depp (questa volta in un film non Burtoniano) resiste e convince.
Piscinin, brut e cativ si dice a Milano (Piccolo, brutto e cattivo).
E, per ora, va bene così.

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