giovedì 10 novembre 2016

Sing Street - La musica che tiene svegli!

Sing Street potrebbe essere l'ennesimo film che racchiude un percorso di formazione di un adolescente qualunque, che vive e si divide tra un amore adolescenziale, una band scolastica e una famiglia in crisi con dei genitori che minacciano costantemente la separazione.
Tutto è vero e lo è anche il suo contrario.

Ambientato nella Dublino degli anni '80, Sing Street racconta la storia di Cosmo (Ferdia Walsh-Peelo), un adolescente che, cambiata la scuola per motivi economici, si ritrova in un liceo cristiano di soli ragazzi, preso di mira dai bulli e, gradualmente, anche da chi gestisce la scuola.
Sarà il fuori scuola a cambiare la sua vita, quando una ragazza, con fare da modella, attirerà il suo sguardo: e quale miglior modo per fare colpo se non dire di essere il leader di una band?
Siamo nel pieno degli anni '80, in un'Irlanda in piena crisi economica e nel boom delle band giovanili dedite alla pop music: ed è proprio questo tipo di musica ad essere protagonista e filo conduttore di tutto il film.
Arriva per tutti gli adolescenti, maggiormente per quelli che vengono esclusi, emarginati e presi di mira da ci si crede bullo, il momento in cui ci si sente rappresentati dalla musica e dal/dalla cantante/band del momento (in questa pellicola l'influenza va da The Cure e A-Ha ai Duran Duran e Spandau Ballet); note e parole che messe insieme fungono da rifugio intimo e da stimolo a caricarsi di energia e a dare una marcia in più alla propria vita.
 

La musica fa parte della vita di tutti, dall'alba dei tempi; accompagna ogni singolo momento e ci sarà sempre quel brano che sembrerà esser stato scritto e composto per noi. Essa, forma e accompagna l'esistenza di tutti. E in fondo questo è quello che avviene a Cosmo, anche se in forma attiva perché sarà proprio lui a ideare e comporre una band per cercare di conquistare una ragazza.
La musica diventa il balsamo ed il collante di condivisione di esperienze (vedi i membri della band, tutti, come Cosmo, isolati ed emarginati non per la loro negatività ma, anzi, per le loro qualità più o meno nascoste), di amicizie profonde, di un amore adolescenziale (che a ragione non vuol significare meno valido di un amore adulto) e di recupero di rapporti umani, soprattutto familiari.
Quando la musica incontra quell'adolescenza spensierata, che non vede paletti od ostacoli di nessuna forma e dimensione nel proprio presente e men che meno nel proprio futuro, si scatena un big bang di emozioni poco dominabili; da questa collisione scaturiscono sinfonie di emozioni, espressioni e fantasie che non vedono barriere né confini alcuni.
 

In Sing Street, Cosmo diventa l'alter ego del regista John Carney (Once, Tutto può cambiare) che ai suoi tempo ha condiviso gli stessi sentimenti e vicissitudini del protagonista. Bisogna dare onore al merito dello stesso regista che ha curato, insieme a Gary Clark, tutte le canzoni del film, tutte rigorosamente originali. Un invito importante ad abbandonare le cover, insomma.
Nato come film indipendente, Sing Street è stato presentato al Sundance Film Festival e all'ultima edizione della Festa del Cinema di Roma.

Sing Street è un invito a sentirsi sempre un po' dei buoni adolescenti, a conservare sempre un po' di spensieratezza, di fantasia, di sogno. Perché se la musica riesce a coincidere con la propria esistenza ed aiuta a far staccare i piedi da terra per un po', allora ha raggiunto il suo scopo. Se non essa non riesce nell'intento, allora, è come morire un po' dentro.

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