mercoledì 15 marzo 2017

La bella e la bestia - Quello che accade è una grande novità?

In un periodo in cui la Disney sta puntando molto sui film live-action, non ci si poteva esimere dal realizzare una versione di La bella e la bestia.
E c'è da dire che la fabbrica dei sogni disneyana se l'è cavata piuttosto bene con i live-action precedenti, tra cui Maleficent, Cenerentola e Il libro della giungla, tanto da poter avere un metro di paragone con questo film ed i futuri che verranno e dare luogo ad una programmazione da qui fino a quando vivremo, con titoli tra cui Mulan, Il re leone, Aladdin e via dicendo.
Ma se i film precedenti si sono caratterizzati per essere a sé stanti e sviluppare una propria storia con più punti di vista ed approfondimenti in più direzioni tenendosi ben lontani dall'essere la fotocopia umanizzata dei classici animati, La bella e la bestia di Bill Condon (Dreamgirls, Il quinto potere)pare proprio rientrare in quest'ultima categoria, interrompendo il continuum.
 
 
La storia (conosciuta a chi ha visto e amato il film del 1991, di Gary Trousdale e Kirk Wise) è quella di Belle (Emma Watson) che svolge la mansioni quotidiane nel suo villaggio francese senza mai staccare occhi e mani dai suoi amati libri e soprattutto senza mai smettere di fantasticare sulle storie che legge e sul suo futuro, rifiutando le avance di Gaston (Luke Evans), il mega-fusto più ambito della zona.
Andando alla ricerca del padre Maurice (Kevin Kline) che non è rientrato a casa dopo un viaggio in città, si imbatte in un cupo castello e in un'orrenda Bestia (Dan Stevens) che ha reso il padre prigioniero, mentre cercava rifugio dopo essersi perso nella foresta.
In realtà la bestia non è altri che un principe irrispettoso e viziato, trasformato in queste sembianze da una strega che, in passato, cercò riparo al suo castello: in cambio della sua inospitalità la strega, rivelatasi una fata, lo punì con una rosa: per spezzare l'incantesimo (che ha coinvolto anche tutti gli abitanti del castello) la Bestia dovrà trovare una fanciulla da amare e che lei lo possa amare a sua volta per quello che è, entro la caduta dell'ultimo petalo.
 
 
Se non fosse un film marchiato Disney, senza il cast stellare e tutti gli effetti speciali esistenti si potrebbe pensare di assistere ad un film fatto dai fan, una specie di cosplay ma in formato lungometraggio.
Come sopra detto, a differenza dei precedenti live action che sono stati creati solo basandosi sui film di animazione di riferimento e che pongono in essere delle differenziazioni notevoli (in Maleficient tutta la storia è incentrata su Malefica e sul suo passato più che su Aurora, in Cenerentola la protagonista ha una storia e un'introspezione psicologica più profonda e per la prima volta il principe è presente dall'inizio e finalmente si esprime) ne La bella e la bestia ogni personaggio, ogni movimento, ogni inquadratura, ogni battuta e ogni scenografia sono stati modellati fino alla precisione, fino a diventare una misera fotocopia dell'originale di 26 anni fa.

E se fino qua poteva anche andare forse bene il vedersi un film fotocopia vi si sono volute inserire piccole informazioni riguardo la madre di Belle e una canzone fatta cantare solo alla Bestia che ha solo peggiorato la sua parte.
Nella versione italiana, peraltro, il doppiaggio ci mette ampiamente del suo, risultando talvolta inadeguato, soprattutto nelle canzoni cantate da Belle, come se si fosse fatta una traduzione letterale dall'inglese, facendola coincidere a forza con il labiale della protagonista.
Niente rimane impresso nella mente dello spettatore, in special modo per chi conosce bene il primo film, tra cui la recitazione: tra attori protagonisti, comprimari e comparse varie (tra cui Ewan McGregor, Ian McKellen, Stanley Tucci, Emma Thompson), sembra che essi abbiano incanalato solo il 70% dell'impegno per svolgere in loro ruolo, giusto quel po' per dare l'umanità necessaria al personaggio. Esso risulta, quindi, sì umano ma solo nell'aspetto esteriore in quanto non vi è una vera e propria catarsi.
Emma Watson (che ha scelto da sé il personaggio di Belle, rifiutando quello di Mia in La la land) riesce ad immettere in Belle tutte quelle caratteristiche già proprie del cartone (l'autonomia personale, farsi rispettare in quanto persona ed in quanto donna e soprattutto far rispettare i propri sogni) ma senza mai convincere sino in fondo.
L'unico che sembra dare la parte migliore di sé è Luke Evans, che impersona un Gaston sfacciato, egoista e narciso quanto e più dell'originale.
 
 
La realizzazione più spettacolare, cioè quella concernente i costumi, le scenografie e gli effetti speciali (tra cui una Bestia realizzata in motion capture) è quella che più si adatta al clima favolistico che dovrebbe esprimere un film del genere e che aiuta lo spettatore a trovare quel po' di magia che si perde in tutto il resto del film, tranne un Stia con noi tutto svolto in una CGI che sembra dare luogo più ad una specie di pastrocchio, che un momento di gioia e divertimento.
Insomma, il rischio di vedere La bella e la bestia è, per chi conosce il film di 26 anni fa, di vederlo troppo carichi di aspettative e cadendo nell'inevitabile spirale dei confronti.

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