martedì 16 maggio 2017

Song to Song - Musica che parla di vita

Song to Song. Da una canzone all'altra. Da una vita all'altra. Da un amore all'altro.

Song to Song è l'ultimo film di Terrence Malick che si assesta ad essere quasi un continuum di The Tree of Life riguardo la struttura.
In poco più di due ore, Malick porta sullo schermo un film che parla di amore: questo sentimento viene analizzato, decostruito nelle sue parti primarie e contestualizzato ad una società che pretende di avere tutto (fama, attenzioni, fortuna, ricchezza) senza confini di alcun tipo.
 

Non è un caso che il film sia ambientato ad Austin (Texas), la patria della musica rock; la musica è la colonna sonora della vita di tutti e viene utilizzata da Malick per dare un maggior risalto alla sua narrazione fuori campo, come sempre evocativa.
La musica come metafora della vita: si passa da una canzone all'altra come da un sentimento all'altro, dalla voglia di sentirsi liberi di provare ogni cosa possa essere desiderabile salvo poi rendersi conto che forse vivere una vita all'insegna dell'essere sfrenati non da tutte quelle soddisfazioni immaginate o, quantomeno, può darle nell'immediato ma a lungo raggio diventa inevitabile, prima o poi, trovarsi a riflettere su sé stessi e sulla propria vita.


Passare da una prospettiva e da un pensiero all'altro, che ultimamente pare lo schema narrativo preferito di Malick, aiuta a far comprendere il sentimento di libertà aspirato dai tre protagonisti: tre vite diverse che si intrecciano, si mangiano letteralmente l'una con l'altro ma il momento di scendere a patti con se stessi, perché delle scelte non ponderate hanno portato a determinate conseguenze, diventa davvero dura.
La libertà ha sempre caratterizzato qualsiasi cultura di qualsiasi secolo per mille motivi diversi; l'unica differenza con la contemporaneità è che quest'ultima consente di poter ottenere tutto quello che si desidera all'istante, senza il minimo sforzo, forti di modelli che apparentemente ce l'hanno fatta. Non ci sono più ostacoli o limiti che impongono di riflettere.
Tutto si basa sull'istinto, sul soddisfacimento personale prima di ogni cosa e senza preoccupazione per le altrui persone e per gli altrui sentimenti.

Si potrebbe pensare ad un Malick cazzaro, che si è forse adagiato un po' troppo sugli allori del realizzare, ormai sempre, film con il medesimo schema narrativo ed evocativo e con sceneggiature banali, che ci dicono in maniera sempliciotta quello che già sappiamo e ci fa annoiare. E non è detto che ciò non sia vero.
Tuttavia, nelle due ore e poco più del film, Malick utilizza la musica, la sonorità diegetica e non, per raccontare, per andare più a fondo verso i sentimenti dei protagonisti e per colpire la nostra mente; è così che la storia viene narrata, trascinata e portata avanti da una canzone all'altra.

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