lunedì 29 febbraio 2016

Oscar 2016 - Tutti i vincitori dell'88° edizione!

 
Vittorie con il botto agli Oscar 2016!
In questa 88° edizione degli Academy Awards, presentata dopo undici anni, ancora da Chris Rock, le conferme e le sorprese sono state tante.
In un edizione verbalmente prolissa dove non si è fatto altro che parlare della presunta idea di razzismo dell'Academy, accentuata fino all'esasperazione, dove non c'è stato spazio per performance o tributi, dove le esibizioni dei cantanti in lista per la miglior canzone sono state troncate, facendo rimpiangere la presentazione di Neil Patrick Harris dello scorso anno, e trattando la cerimonia come se fosse un concorso di premiazione della miglior mortadella (con tutto il rispetto per il salume), alla fine quasi tutti sono stati accontentati.
Mad Max: Fury Road del settantenne George Miller domina con ben 6 vittorie (solo in ambito tecnico), The Revenant - Redivivo porta a casa 3 statuette (Miglior Film, Miglior Regia e soprattutto Miglior Attore a Leonardo DiCaprio) mentre Spotlight arriva a quota due, aggiudicandosi la Miglior Sceneggiatura Originale e il Miglior Film.
Fatti da sottolineare? Bè Inarritu vince per il secondo anno di seguito il premio per il Miglior Film, e quindi per il terzo anno consecutivo vince un messicano in questa categoria.
Sempre per il terzo anno di seguito vince come Miglior Film una pellicola presentata in anteprima mondiale al Festival di Venezia.
Tornando a noi, vince come Miglior Attrice Protagonista la bravissima e meritevole Brie Larson (Room); gli stessi aggettivi sono validi per la vittoria della svedese Alicia Vikander, come Miglior Attrice non Protagonista, per The Danish Girl (anch'esso presentato in anteprima mondiale a Venezia). Come Miglior Attore non Protagonista vince invece Mark Rylance (Il Ponte delle Spie) a discapito del favoritissimo Stallone.
Vince Sam Smith come Miglior Canzone per Spectre (a discapito di una coinvolgente Lady Gaga) ma soprattutto vince il nostro Ennio Morricone (The Hateful Eight), che accompagnato dal figlio, dedica il premio alla sua musa, la cara moglie (con lo strano ma piacevole effetto di sentire dei ringraziamenti in italiano, portandoci indietro nel tempo, e facendoci commuovere come dei piccini).
All'età di 87 anni Morricone, emozionato come un fanciullo, vince quel premio che avrebbe dovuto avere in mano, magari in forma duplice, da svariati anni se non decadi; ma se Tarantino non gli avesse spolpato l'anima forse non saremmo qui a parlarne.
Il nostro paese ha avuto riconferma di come siamo provvisti di orgogli e talenti che devono essere allevati al meglio, avendo la massima cura per le conferme di orgoglio e bravura come del maestro Ennio, da quali trarre insegnamento.
Ma il mondo non sarà più lo stesso: ora che DiCaprio ha vinto il suo strameritato Oscar, che ne sarà di noi? Di che parleremo? Per grazia ricevuta o meno, internet non sarà più lo stesso da ora in poi.
 


Tutte le vittorie le potete trovare nel sottostante elenco.


Miglior Film

The Revenant – Redivivo - Arnon Milchan, Steve Golin, Alejandro G. Iñárritu, Mary Parent and Keith Redmon, Producers
The Martian - Simon Kinberg, Ridley Scott, Michael Schaefer and Mark Huffam, Producers
Room - Ed Guiney, Producer
La grande scommessa - Brad Pitt, Dede Gardner and Jeremy Kleiner, Producers
Brooklyn - Finola Dwyer and Amanda Posey, Producers
Mad Max: Fury Road - Doug Mitchell and George Miller, Producers
Il caso Spotlight - Michael Sugar, Steve Golin, Nicole Rocklin and Blye Pagon Faust, Producers
Il ponte delle Spie - Steven Spielberg, Marc Platt and Kristie Macosko Krieger, Producers


Miglior Regista

Alejandro Gonzales Inarritu – The Revenant
Adam McKay – La Grande Scommessa
George Miller – Mad Max: Fury Road
Lenny Abramson – Room
Tom McCarthy – Il caso Spotlight


Miglior Attore Protagonista

Leonardo DiCaprio – The Revenant
Bryan Cranston - Trumbo
Matt Damon – The Martian
Eddie Redmayne – The Danish Girl
Michael Fassbender – Steve Jobs


Miglior Attrice Protagonista

Brie Larson - Room
Saoirse Ronan - Brooklyn
Cate Blanchett - Carol
Charlotte Rampling - 45 Anni
Jennifer Lawrence - Joy


Miglior Attore non Protagonista

Christian Bale - La grande scommessa
Tom Hardy – The Revenant
Mark Rylance - Il ponte delle spie
Mark Ruffalo - Spotlight
Sylvester Stallone – Creed


Miglior Attrice non Protagonista

Kate Winslet – Steve Jobs
Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
Rooney Mara - Carol
Alicia Vikander – The Danish Girl
Rachel McAdams – Il caso Spotlight


Miglior Film di Animazione

Anomalisa - Charlie Kaufman, Duke Johnson e Rosa Tran
Inside Out - Pete Docter e Jonas Rivera
Shaun, Vita da Pecora: il film - Mark Burton e Richard Starzak
Boy and the World - Alê Abreu
Quando c’era Marnie - Hiromasa Yonebayashi e Yoshiaki Nishimura


Miglior Film Straniero

El abrazo del serpiente (Colombia)
Mustang (Francia)
Il figlio di Saul (Ungheria)
Theeh (Giordania)
A War (Danimarca)


Miglior Fotografia

Emmanuel Lubezki – The Revenant
Ed Lachman – Carol
Robert Richardson – The Hateful Eight
John Seale - Mad Max: Fury Road
Roger Deakins - Sicario


Miglior Sceneggiatura Originale

Il ponte delle spie - Matt Charman e Ethan Coen & Joel Coen
Ex Machina - Alex Garland
Inside Out - Pete Docter, Meg LeFauve, Josh Cooley; storia originale di Pete Docter, Ronnie del Carmen
Spotlight - Josh Singer & Tom McCarthy
Straight Outta Compton - Jonathan Herman and Andrea Berloff; Story by S. Leigh Savidge & Alan Wenkus e Andrea Berloff


Miglior Sceneggiatura non Originale

La grande scommessa - Charles Randolph e Adam McKay
Brooklyn - Nick Hornby
Carol - Phyllis Nagy
The Martian - Drew Goddard
Room - Emma Donoghue


Miglior Colonna Sonora

Thomas Newman – Il ponte delle Spie
Jóhann Jóhannsson - Sicario
Carter Burwell – Carol
Ennio Morricone – The Hateful Eight
John Williams – Star Wars: il risveglio della forza


Miglior Sonoro

Andy Nelson, Gary Rydstrom e Drew Kunin - Il ponte delle spie
Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo - Mad Max: Fury Road
Paul Massey, Mark Taylor e Mac Ruth - The Martian
Jon Taylor, Frank A. Montaño, Randy Thom e Chris Duesterdiek - The Revenant
Andy Nelson, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson - Star Wars: il Risveglio della Forza


Miglior Montaggio Sonoro

Mark Mangini e David White - Mad Max: Fury Road
Oliver Tarney - Sopravvissuto - The Martian
 Martin Hernandez e Lon Bender - The Revenant
Alan Robert Murray - Sicario
Matthew Wood e David Acord - Star Wars: il risveglio della Forza

Miglior Canzone Originale

"Earned It" - 50 Sfumature di Grigio – Testo e musica di Abel Tesfaye, Ahmad Balshe, Jason Daheala Quenneville e Stephan Moccio
"Manta Ray" - Racing Extinction – musica di J. Ralph, testo di Antony Hegarty
"Simple Song #3" - Youth – Musica e testo di David Lang
"Til It Happens To You" - The Hunting Ground – Musica e testo di Diane Warren e Lady Gaga
"Writing's On the Wall" - Spectre – Musica e testo di Jimmy Napes e Sam Smith


Miglior Scenografia

Adam Stockhausen, Rena DeAngelo e Bernhard Henrich - Il ponte delle spie
Eve Stewart e Michael Standish- The Danish Girl
Colin Gibson e Lisa Thompson - Mad Max: Fury Road
Arthur Max e Celia Bobak - Sopravvissuto - The Martian
Jack Fisk e Hamish Purdy - The Revenant


Miglior Costume

Sandy Powell - Cenerentola
Paco Delgado - The Danish Girl
Jenny Beavan - Mad Max: Fury Road
Jacqueline West - The Revenant
Sandy Powell - Carol


Miglior Trucco ed Acconciature

Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin - Mad Max: Fury Road
Love Larson eEva von Bahr - The 100-Year-Old Man Who Climbed out the Window and Disappeared
Siân Grigg, Duncan Jarman e Robert Pandini - The Revenant


Miglior Montaggio

Hank Corwin - La grande scommessa
Margaret Sixel - Mad Max Fury Road
Stephen Mirrione - The Revenant
Tom McArdle - Spotlight
Maryann Brandon e Mary Jo Markey - Star Wars: il risveglio della Forza


Migliori Effetti Speciali

Andrew Whitehurst, Paul Norris, Mark Ardington e Sara Bennett - Ex Machina
Andrew Jackson, Tom Wood, Dan Oliver e Andy Williams - Mad Max: Fury Road
Rich McBride, Matthew Shumway, Jason Smith e Cameron Waldbauer - The Revenant
Richard Stammers, Anders Langlands, Chris Lawrence e Steven Warner - The Martian
Roger Guyett, Patrick Tubach, Neal Scanlan e Chris Corbould - Star Wars: Il Risveglio della Forza


Miglior Documentario

Amy - Asif Kapadia e James Gay-Rees
Cartel Land - Matthew Heineman e Tom Yellin
What Happened, Miss Simone? - Liz Garbus, Amy Hobby e Justin Wilkes
The look of Silence - Joshua Oppenheimer e Signe Byrge Sørensen
Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom - Evgeny Afineevsky e Den Tolmor


Miglior Cortometraggio Documentario

A girl in the river: The price of forgiveness - Sharmeen Obaid-Chinoy
Bosy Team 12 - David Darg e Bryn Mooser
Chau, beyond the lines - Courtney Marsh e Jerry Franck
Claude Lanzmann: spectres of the shoah - Adam Benzine
Last day of freedom - Dee Hibbert-Jones e Nomi Talisman


Miglior Cortometraggio

Ave Maria -Basil Khalil and Eric Dupont
Day One - Henry Hughes
Everything Will Be Okay (Alles Wird Gut) - Patrick Vollrath
Shok - Jamie Donoughue
Stutterer - Benjamin Cleary and Serena Armitage


Miglior Cortometraggio di Animazione

Bear Story - Gabriel Osorio and Pato Escala
Prologue - Richard Williams and Imogen Sutton
Sanjay's Super Team - Sanjay Patel and Nicole Grindle
We Can't Live without Cosmos - Konstantin Bronzit
World of Tomorrow - Don Hertzfeldt 

sabato 27 febbraio 2016

Academy Awards: nascita, vita e votazioni dei Premi Oscar

Manca davvero poco alla cerimonia degli Oscar e il mondo si sta scatenando tra pronostici e preferenze di vittoria.
Ma come sono nati gli Oscar e come vengono conferiti?

 


Partiamo dal principio.


Pare che durante una cena a casa propria, il capo della MGM Louis B. Mayer ed i suoi ospiti discutevano riguardo alla creazione di un’organizzazione a beneficio dell’industria cinematografica.
Una settimana dopo, trentasei invitati da tutte le sezioni creative dell’industria cinematografica si recarono al Los Angeles’s Ambassador Hotel per ascoltare il proposto di fondare la International Academy of Motion Pictures Arts and Sciences. I punti della corporazione vennero presentati e venne eletto Douglas Fairbanks come presidente.
La prima cerimonia fu il 16 maggio 1929 al Roosevelt Hotel’s Blossom Room con 270 partecipanti, anche se vincitori erano stati annunciati tre mesi prima. L’anno successivo mantenne i vincitori segreti, riservandosi solo di dare la lista dei vincitori ai giornali per dare la pubblicazione alle 11 di sera.
Dopo il secondo anno, l’entusiasmo per i premi era tale che la stazione radio di Los Angeles produsse la diretta.
Mano a mano che la cerimonia degli Oscar ed i suoi premi acquisivano maggior prestigio e valore, vennero introdotte gradualmente le varie sezioni, esistenti tutt'oggi e che tutti conosciamo.
Ad esempio Miglior Colonna Sonora e Canzone vennero istituite come categorie nel 1935, mentre l'anno successivo vennero introdotte quelle per il Miglior Attore/Attrice non Protagonista.
Nel 1938 venne presentato per la prima vota l’Irving G. Thalberg Memorial Award e nel 1939 venne introdotta la categoria per i Miglior Effetti Speciali (scissi in due sezioni, visivi e sonori nel 1964).
La categoria del Miglior Documentario venne istituita nel 1941 mentre nel 1947 venne conferito il primo premio al Miglior Film Straniero a Sciuscià di Vittorio De Sica; essa divenne categoria riconosciuta solo 9 anni più tardi.
Nel 1957 venne istituito il premio Jean Hersholt Humanitarian Award.
Nel 1969 la cerimonia degli Oscar venne trasmessa per la prima volta a livello internazionale.
Solo nel 2002 venne istituita la categoria per il Miglior Film di Animazione, mentre nel 2010 la categoria del Miglior Film venne ampliata da cinque fino ad un massimo di 10 titoli.

 


Ma come nacque il nome Oscar?


 Il nome Oscar in realtà è solo un nomignolo dall’origine un po’ incerta: pare che un’impiegata, tale Margaret Herrick, dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, vedendo la statuetta sopra un tavolo, le parve che assomigliasse a suo zio Oscar; tuttavia il premio è intitolato come Academy Award of Merit.
La statuetta in questione, alta circa 34 cm e placcata d’oro del valore commerciale di poco meno di 300 dollari, rappresenta un cavaliere nudo che immerge la sua spada da crociato nella bobina della pellicola di un film, con cinque fessure che dovevano rappresentare i cinque rami originali dell’Academy, ovvero produttori, registi, attori, scrittori e tecnici.
 


Nomination e votazioni


Ogni ramo dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences vota per la propria disciplina e chi fa parte dei votanti ottiene la carica mediante precedenti nomination agli Oscar, raccomandazione di due membri del settore oppure su invito perché si è dato un gran contributo al settore filmico con film di grande successo commerciale o di critica (ad oggi sono più di 6.000).
Il film che vuole concorrere ai Premi Oscar deve avere una durata minima di 40 minuti (tranne, ovviamente, i film che concorrono per le sezioni dei cortometraggi) e deve essere uscito nelle sale (americane, almeno) nel corso dell’anno solare appena concluso.
Se un film soddisfa tutti i criteri che sono necessari, produttori e distributori del film stesso presentano domanda di ammissione alle categorie varie per cui si voglia che il film possa concorrere.
Verso la fine di dicembre di ogni anno, la Reminder List (la lista dei film ammessi per essere votati) è inviata a tutti i votanti, per effettuare una prima selezione e quindi le nomination. Ogni votante vota solo per la sua categoria nella quale è iscritto.
Generalmente ogni iscritto può scegliere la sua cinquina della sua categoria, dando un ordine di preferenza. Il voto deve essere inviato (oggi telematicamente, un tempo si spedivano le schede di valutazione) all’Academy stessa e il sistema è supervisionato dalla Pricewaterhouse (Pwc), multinazionale specializzata in contabilità.

A conclusione della prima tranche di votazioni, vengono decretate quelle che saranno le nomination che vengono annunciate ogni verso la metà di gennaio solitamente con una conferenza stampa, mentre dal 2017 tramite video pre-registrati.
Con le nomination in mano, i votanti dovranno votare ancora per dare la propria preferenza di vittoria.
Nel caso della scelta per la categoria del Miglior Film tutti sono adibiti a votare, mentre per il Miglior Film Straniero, documentario e di animazione, i candidati sono selezionati da comitati ad hoc composti da membri provenienti da tutti i rami della produzione cinematografica.
Il sistema di votazione è quello maggioritario, ovvero la vittoria arriva con il 50% + 1, mentre per il Miglior Film si utilizza quello preferenziale o alternativo; esso è un po’ più articolato e oltre a complicare la vita a chi deve capire, paradossalmente favorisce i candidati che fanno parte della seconda/terza posizione che viene decretata a preferenza da chi vota (il Los Angeles Times ha cercato di dare una mano visiva per poter capire al meglio).
 


Ogni membro votante deve dare un ordine alle proprie preferenze, andando dal film più sgradito al più gradito e se alla fine, dopo aver contato i voti, non si ha un candidato con il 50% + 1 dei voti, si parte al riconteggio di tutti i voti ponendo una classifica che va dall’ultimo al primo (o viceversa che dir si voglia) stabilendo il candidato con il minore numero di voti. I voti di questo candidato, l’ultimo in classifica, vengono addizionati al candidato che si trova nella seconda posizione della lista. Se si arriva al 50% + 1 si ha un vincitore, altrimenti si fa una terza manche di votazioni, dove i voti del penultimo della lista vengono accorpati al terzo candidato più scelto. E via dicendo finché non si ha in mano un vincitore.

Il linea teoria questo tipo di votazione darebbe concretezza del consenso popolare (dei votanti), che metterebbe tutti d’accordo.
Tuttavia ci si chiede se il complicarsi la vita sia frutto di poter manovrare meglio la votazione sotto mentite spoglie o se sia davvero (ma lo sarà davvero?) un sistema più equo di premiazione?
 

domenica 14 febbraio 2016

The End of the Tour - Cinque giorni di appaganti dialoghi

Due menti che si confrontano, dialogano e si scontrano e una cassetta pronta a registrare il tutto ed a diventare testimone di pensieri e grandi riflessioni.
Questa potrebbe essere una piccola constatazione di quanto grande sia The End of the Tour (presentato alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma), un film di James Ponsoldt (The Spectacular Now), che racconta i cinque giorni di convivenza, nel 1996, tra il giornalista del magazine Rolling Stone, David Lipski ed uno dei maggiori scrittori contemporanei, David Foster Wallace, durante la fine del tour promozionale del romanzo più fortunato di Wallace: Infinite Jest.
The End of the Tour è road movie malinconico che, basandosi sul libro di Lipsky Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta (2010), pubblicato due anni dopo il suicidio di Wallace, non prende in esame tanto la persona in sé (tralasciando la forma del biopic), ma cerca di mettere in scena le riflessioni di due scrittori di diverso genere, scambi di idee, scontri e confronti, d due esistenze vissute nella loro relativa solitudine.
Cinque giorni di intervista sono bastati per creare un forte legame mentale tra i due protagonisti che cercano di mettersi a nudo e di confrontare le proprie riflessioni ed i propri intimi pensieri su differenti tematiche; in neanche una settimana, la loro convivenza consente ad entrambi di sviluppare il proprio pensiero come si faceva fino a non molti anni fa con il rullino fotografico, di dare spazio alla sincerità, di quanto sia normale il fatto che tutti siamo uguali e ognuno ha sempre una peculiarità in più che, in maniera del tutto naturale, si ammira e s'invidia.
Le particolarità del film sono Donald Margulies (sceneggiatore) e James Ponsoldt (regista) che hanno messo in atto una pellicola basata sul libro sopracitato che a sua volta si basa sulla famosa intervista che Lipski fece nel 1996 e non pubblicò mai, aggiungendo la bravura di non dare troppo guinzaglio a dialoghi, equiparando la propria potenza di profusione alle interpretazioni; eccellenti le interpretazioni di Jesse Eisenberg (Lipski) che torna ai livelli di The Social Network e soprattutto quella del talentuoso Jason Segel (David Foster Wallace), il quale lo si vede per la prima volta in un ruolo al di là del genere comedy.
Restando in termini letterali, forse i pensieri di Wallace possono essere un adeguamento contemporaneo a quelli di Pirandello (che fa esprimere a Vitangelo Moscarda); ci si sente liberi nel mondo e con se stessi nel momento in cui si esce dalla trappola di essere schiavi di altro e di altri.